La Coop di Cerreto e Vinci.
Una storia lunga un secolo.
Le origini della cooperativa di Cerreto risalgono al 24 marzo 1910, quando venne costituita la Società Anonima Cooperativa “Umanitaria” di Cerreto Guidi. Il movimento cooperativistico in Italia ebbe un forte sviluppo all’inizio del Novecento e vide la Toscana figurare tra le prime regioni del nostro paese per numero di società cooperative, in particolare nella provincia di Firenze.
Tra le numerose cooperative del periodo c’era anche quella di Stabbia fondata addirittura prima della ”Umanitaria” di Cerreto, nel novembre del 1909. Anche la società di Stabbia era una cooperativa di consumo, di cui abbiamo testimonianza grazie ad un documento conservato ancora oggi presso l’archivio della Coop di Cerreto e Vinci. Si tratta di un volume, composto da novantanove fogli e vidimato il primo aprile 1920 dal notaio Boari Vittorio di Fucecchio. La copertina rigida nera reca soltanto la scritta “Soci” senza altre indicazioni e racchiude al proprio interno l’elenco di tutti i soci della cooperativa, uno per pagina, con indicato nome, cognome, paternità e resoconto della azioni sottoscritte e degli utili fruttati.
Non molte sono invece le informazioni sulla vita delle cooperative di Cerreto e Stabbia durante il periodo fascista. Sappiamo che in tutta Italia e soprattutto in toscana molte di queste piccole cooperative entrarono in una profonda crisi durante gli anni dell’affermazione del fascismo, quando la milizia fascista osteggiava con qualsiasi mezzo e perfino con la violenza le cooperative di ispirazione socialista. Dopo i prima anni di forte contrapposizione il fascismo, alla metà degli anni Venti, iniziò a comprendere la forza e il radicamento sul territorio di queste piccole società. Fu così che Mussolini decise di controllare direttamente le cooperative attraverso l’Ente Nazionale della Cooperazione, uno degli istituti fascisti creati per guidare e gestire lo sviluppo economico del Paese. Tutte le cooperative divennero “Cooperative fasciste” in una vera e propria mutazione genetica vissuta durante gli anni del regime, anni che possono essere definiti a pieno titolo il periodo “nero” della Coop.
Lo scoppio della guerra mondiale e la successiva guerra di Resistenza in Italia, cambiarono completamente l’Italia e la società italiana. La Repubblica Italiana non era nata e il Re Umberto di Savoia era ancora Luogotenente Generale del Regno, quando a Cerreto 23 cittadini pensavano già alla ricostruzione e ad organizzare la nuova Italia del dopoguerra.
Una domenica di marzo del 1945, per l’esattezza il 25, nei locali della Casa del Popolo di Cerreto Guidi, venne sottoscritto l’atto costitutivo della “Società Cooperativa del Popolo di Cerreto Guidi”, con un nuovo statuto di quarantadue articoli, nel primo dei quali si definiscono le caratteristiche della cooperativa stessa.
<<Art. 1 E’ costituita fra lavoratori manuali e intellettuali, con sede in Cerreto Guidi, una società cooperativa di consumo a responsabilità limitata, con la denominazione “Cooperativa del Popolo di Cerreto Guidi” – Società cooperativa a responsabilità limitata”.>>
L’articolo due invece spiegava con un elenco dettagliato i generi che si proponeva di acquistare all’ingrosso e rivendere sul mercato corrente, esclusivamente in contanti: dagli alimentari al vestiario, dalla cartoleria ai materiali elettrici.
I guadagni venivano poi reinvestiti nel mantenimento della cooperativa stessa e in attività di varia natura in favore dei soci. Alcune delle iniziative più gradite e ricordate dai soci della Coop di Cerreto sono le numerose gite organizzate in Italia e in Europa, di cui vengono conservate numerose testimonianze anche fotografiche nell’archivio della Coop di Cerreto e Vinci. Dalla gita a Venezia nel ’62, fino al viaggio in Unione Sovietica nel ’73, senza dimenticare il viaggio in Spagna nel 1982.
La Coop di Cerreto, che contava già i negozi di Stabbia, Bassa e Lazzeretto dal dopoguerra, nel 1990 acquisì i due negozi di Vinci, divenendo la Cooperativa di Cerreto e Vinci, ancora oggi punto di riferimento per tanti cittadini dei due comuni da cui prende il nome.
Articolo pubblicato nell’edizione di Maggio\Giugno 2016 del bimestrale “Orizzonti Cerreto-Vinci”
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