SEI GUELFO O GHIBELLINO? Castruccio Castracani nella storia di Vinci
Castruccio Castracani, condottiero ghibellino della famiglia degli Antelminelli, nacque a Lucca nel 1281. Fu uno dei protagonisti della storia dei comuni toscani durante il Trecento. In quel tempo i nobili che governavano le città, formavano attraverso le loro clientele dei veri e propri clan, riuniti in federazioni (societas militum). A loro volta si contrapponevano in due schieramenti contrapposti, i Guelfi e i Ghibellini. I Guelfi erano “filo papali”, vedevano nella Chiesa di Roma l’autorità di collegamento tra tutti i Comuni e all’Imperatore riconoscevano una sovranità puramente teorica. Al contrario i Ghibellini erano i sostenitori di un più saldo legame tra i Comuni e il potere imperiale.
Con il tempo tale connotazione ideologica divenne soltanto una giustificazione per coprire i conflitti all’interno della nobiltà e dei vari Comuni che combattevano esclusivamente per propri interessi. Anche Vinci ha avuto una parte nella lotta tra le due fazioni. Nel 1255 viene venduta al comune di Firenze dai Conti Guidi. Cinque anni dopo, nel 1260, la battaglia di Montaperti segnò il dominio della fazione ghibellina sulla Toscana. Le lotte tra i due schieramenti continuarono fino al secolo successivo. Quando l’esercito ghibellino di Lucca e di Pisa, guidato da Uguccione della Faggiola sconfisse, nel 1315 a Montecatini, i guelfi che dominavano Firenze, i vinciani si ribellarono dal dominio fiorentino.
Un anno dopo però, il governo fiorentino approfittò di una rivolta popolare per riconquistare Vinci ed il contado. In questi anni cominciò a distinguersi un personaggio che diverrà simbolo dell’epoca: Castruccio Castracani (nella foto), cavaliere di ventura, aggregato all’esercito di Uguccione. Nella battaglia di Montecatini mostrò grandi doti militari, portando alla vittoria, assieme a Uguccione, le truppe pisane. Le capacità militari di Uguccione e Castruccio e i terreni paludosi nei dintorni di Montecatini, resero difficoltosi gli spostamenti dei fiorentini e complicata la ritirata, favorendo ancora di più le truppe pisane. Per i fiorentini, la battaglia di Montecatini fu una vera e propria disfatta.
L’anno successivo Castruccio divenne Signore di Lucca. Dopo aver consolidato la sua signoria sulla città, nel 1320 riprese la guerra contro i fiorentini. Lo scontro più importante avvenne nel 1325 in una zona poco distante da Montecatini, quando l’esercito fiorentino affrontò le truppe di Castruccio. La battaglia decisiva si svolse il 25 settembre. Come dieci anni prima, ancora una volta le paludi e la disorganizzazione dell’esercito guelfo, ne decretarono la sconfitta. La battaglia non rappresentò soltanto lo scontro tra Guelfi e Ghibellini, ma celava la contrapposizione tra un’inedita e personale signoria toscana, quella di Castruccio a Lucca, e un modello tradizionale di stato cittadino incarnato da Firenze.
In pochi giorni, Castruccio marciò alla volta di Firenze con truppe in numero troppo esiguo per assediare la città. Nel frattempo, venne invitato a Roma dall’imperatore in occasione della sua incoronazione. Le truppe ghibelline saccheggiarono il contado fiorentino, ma non conquistarono la città. Dallo storico dell’epoca Giovanni Villani e, in seguito, da Filippo Villani sappiamo che il popolo vinciano combatté nel 1326 contro Castruccio Castracani, quando anche Pistoia si ribellò al dominio lucchese. Ancora una volta le truppe di Lucca ebbero la meglio.
In quell’anno il Castracani, con i suoi schieramenti, attraversò il castello di Greti, dette battaglia a Cerreto, Vinci e Vitolini, riuscendo a conquistare Petroio. A giugno dello stesso anno Castruccio abbandonò Petroio ma prima ne distrusse il castello. Quando i ghibellini stavano organizzando una nuova guerra contro Firenze, Castruccio fu colto dalla morte nel 1328, forse per malaria o per avvelenamento, non riuscendo mai a realizzare il suo sogno politico e militare: conquistare Firenze.
Articolo pubblicato nell’edizione di Novembre/Dicembre 2016 del bimestrale “Orizzonti Cerreto-Vinci
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